Il discorso di Benito Mussolini del 3 gennaio 1925

In questa “guida di storia”, si intende citare un discorso pronunciato da Mussolini alla Camera dei deputati sia per guidare chiunque legga ad una riflessione critica sul triste accaduto sia per celebrare con forza l’antifascismo e la lotta ad ogni forma di dittatura.

Il 3 gennaio 1925 Mussolini pronunciò alla Camera dei deputati, priva della maggior parte dei deputati aventiniani, un discorso molto chiaro: si assunse la responsabilità di quanto era accaduto in Italia dalla nascita del fascismo fino all’omicidio di Matteotti, rigettando sull’opposizione dell’Aventino la colpa del clima di incertezza e disordine diffusosi nel paese. Altrettanto chiaramente annunciò la decisione di riportare l’ordine, «con l’amore, se è possibile, e con la forza, se sarà necessario», stroncando le opposi­zioni. Proprio per questo, convenzionalmente, il discorso è giudicato dagli storici come l’avvio della dittatura fascista.

Ebbene dichiaro qui, al cospetto di questa Assemblea e al cospetto di tutto il popolo italiano, che io assu­mo, io solo, la responsabilità politica, morale, storica di tutto quanto è avvenuto. […] Se il fascismo non è stato che olio di ricino e manganello, e non invece una passione superba della migliore gioventù italiana, a me la colpa! Se il fascismo è stato un’associazione a delinquere, io sono il capo di questa associazione a delinquere! Se tutte le violenze sono state il risultato di un determinato clima storico, politico e morale, ebbene a me la responsabilità di questo, perché questo clima storico, politico e morale io l’ho creato con una propaganda che va dall’intervento a oggi. In questi ultimi giorni non solo i fascisti, ma molti cittadini si domandavano: c’è un Governo? Ci sono degli uomini o ci sono dei fantocci? Questi uomini hanno una dignità come uomini? E ne hanno una anche come Governo? Io ho voluto deliberatamente che le cose giungessero a quel determinato punto estremo, e, ricco della mia esperienza di vita, in questi sei mesi ho saggiato il Partito. […] Ma un popolo non rispetta un Governo che si lascia vilipendere! Il popolo vuole specchiata la sua dignità nella dignità del Governo, e il popolo, prima ancora che lo dicessi io, ha detto: Basta! La misura è colma! Ed era colma perché? Perché la sedizione dell’Aventino ha sfondo repubblicano! Questa sedizione dell’Aventino ha avuto delle conseguenze perché oggi in Italia, chi è fascista, rischia ancora la vita! E nei soli due mesi di novembre e dicembre undici fascisti sono caduti uccisi. […] Poi un risveglio sovversivo su tutta la linea. […] Voi vedete da questa situazione che la sedizione dell’Aventino ha avuto profonde ripercussioni in tutto il Pa­ese. Allora viene il momento in cui si dice basta! Quando due elementi sono in lotta e sono irriducibili, la soluzione è la forza. […] Ora io oso dire che il problema sarà risolto. Il fascismo, Governo e Partito, sono in piena efficienza. Signori! Vi siete fatte delle illusioni! Voi avete creduto che il fascismo fosse finito perché io lo comprimevo, che fosse mor­to perché io lo castigavo e poi avevo anche la crudeltà di dirlo. Ma se io mettessi la centesima parte dell’energia che ho messo a comprimerlo, a scatenarlo, voi vedreste allora. Non ci sarà bisogno di questo, perché il Governo è abbastanza forte per stroncare in pieno definitivamente la sedizione dell’Aventino. L’Italia, o signori, vuole la pace, vuole la tranquillità, vuole la calma laboriosa. Noi, questa tranquillità, questa calma laboriosa gliela dare­mo con l’amore, se è possibile, e con la forza, se sarà necessario. Voi state certi che nelle quarantottore succes­sive a questo mio discorso, la situazione sarà chiarita su tutta l’area.

Benito Mussolini, Opera omnia, vol. XXI, Firenze, La fenice 1951-1980

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